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Sovraspinato

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Hai da tempo un forte dolore alla spalla e non hai idea quindi cosa può essere?

In questo articolo ti darò tutte, ma proprio tutte le informazioni sul perchè il muscolo sovraspinoso si va a lesionare e come fare per guarire.

Ti darò inoltre 2 strumenti ben precisi:

  1. Ascoltare questo episodio del mio podcast che ti permetterà di avere una panoramica chiara sui meccanismi che portano ad una lesione di questo muscolo, i consigli su come trattare questo problema e le verità scomode.
  2. Leggere attentamente questo mio articolo fino alla fine dove troverai tutte le informazioni necessarie per sconfiggere il dolore ed evitare farmaci ed interventi spesso inutili.

Sei pronto quindi? Iniziamo!

Anatomia del muscolo sovraspinato

Origine, decorso ed inserzione

muscolo sovraspinato

Il muscolo sovraspinato è un muscolo della spalla che compone il gruppo muscolare chiamato “cuffia dei rotatori”. Nasce nella fossa sovraspinata della scapola (la parte che è divisa dalla protuberanza ossea posteriore della scapola) per dirigere il suo tendine verso la spalla, passando all’interno della capsula articolare.

All’interno dell’articolazione il tendine passa al di sotto dell’acromion per andarsi ad inserire a livello dell’escrescenza ossea maggiore dell’omero chiamato trochite (o grande tuberosità dell’omero).

Innervazione del muscolo sovraspinato

Questo muscolo riceve un innervazione proveniente dal rachide cervicale, più specificatamente dalla radice nervosa tra la quarta e sesta cervicale ( C4-C6) attraverso il nervo che è chiamato Nervo sovrascapolare.
Questo nervo fa parte del plesso nervoso che irradia i muscoli e la sensibilità del braccio ed è chiamato Plesso Brachiale.

Un’annotazione particolare va menzionata cioè che questo nervo, oltre che ad innervare il muscolo sovraspinato fornisce l’innervazione anche per un altro muscolo della cuffia dei rotatori, cioè il muscolo sottospinoso.

Azione del muscolo nella spalla

azione muscolo sovraspinato
L’azione del muscolo sovraspinato viene descritta come quella di elevazione e di rotazione esterna della spalla.

Questo muscolo svolge un’importantissima azione di movimento per tutto ciò che concerne il movimento della spalla. Infatti non solo determina una flessione ed abduzione (apertura laterale) della spalla, ma svolge anche un ruolo importante nella stabilità della testa dell’omero sulla glena.

Infatti insieme agli altri muscoli che compongono il complesso della cuffia dei rotatori questo muscolo in primo luogo svolge un azione di stabilizzazione della testa dell’omero durante i movimenti: questa stabilità è garantita attraverso una continua azione di coattazione della testa omerale verso la glena della scapola.

A livello biomeccanico questo muscolo viene descritto come capace di elevare la spalla e far compiere all’omero una rotazione esterna.

Se si esegue invece un’analisi più attenta, questo muscolo svolge sì un’azione di elevazione, ma deve esser considerato come uno “Starter” del movimento, cioè quello che inizia il movimento, facendo entrare in seconda battuta in azione il deltoide.

Durante il movimento di elevazione, quando la spalla arriva intorno agli 80°-90°, questo muscolo fa compiere all’omero una rotazione esterna in quanto permette, in accoppiata ad un movimento di tilt posteriore della scapola, di far superare l’acromion da parte del trochite.

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Quest’azione, spesso non molto conosciuta da molti fisioterapisti, svolge un ruolo fondamentale nella biomeccanica della spalla: infatti l’azione di rotolamento della testa dell’omero poi viene accompagnata da uno scivolamento posteriore ad opera dei muscoli sottospinoso e sottoscapolare durante l’elevazione dell’arto superiore oltre i 90°.

Patologie del muscolo sovraspinato

impingement della spallaQuesto muscolo è, statisticamente, quello più implicato nelle condizioni degenerative e tendinee della spalla. Questo perchè nel corso della medicina si attribuiva a questo muscolo solamente l’azione di elevazione e quindi, non prendendo in esame tutta la biomeccanica del complesso scapolo-omerale, c’era in medicina una poca attenzione a questo distretto.

Il tendine del muscolo sovraspinato è quello che nelle patologie di spalla è sempre più implicato con una sua degenerazione, infiammazione, calcificazione ed eventuale rottura: questo avviene perchè questo muscolo è costantemente azionato durante tutti i movimenti della spalla e perchè, nella maggior parte delle persone con alterazioni strutturali della spalla, la testa dell’omero non risulta esser centrata completamente.

La non completa centratura della testa omerale determina che i muscoli della cuffia dei rotatori (ricordiamo che è composta dai muscoli sovraspinato, sottospinato, sottoscapolare e piccolo rotondo) sono costretti a lavorare in maniera esasperata: l’azione molto forte di un muscolo grande e potente come il muscolo gran dorsale genera che la spalla è portata in anteposizione e in leggera estensione; questo determina una eventuale lussazione della spalla che però è impedita grazie all’aumento del tono muscolare della muscolatura della cuffia che coatta la testa omerale. Questo iperlavoro quindi genera un’usura precoce dei tendini e delle strutture molli a carico della spalla con un forte dolenzia all’articolazione gleno-omerale.

Le patologie che vengono infatti più coinvolte e che riguardano il muscolo sovraspinato sono:

Vediamo nel dettaglio cosa quindi può colpire il tendine del sovraspinoso e creare quindi problemi.

Tendinite sovraspinato

Tendinite SovraspinatoQuando parliamo di tendinite parliamo di una infiammazione in atto che coinvolge il tendine del sovraspinoso. Infatti possiamo riscontrare a livello radiologico, in questa situazione, come sia presente un edema e una quota infiammatoria intorno al tendine.

Questo succede in quanto un qualche atteggiamento posturale oppure movimenti ripetuti hanno portato questo muscolo a lavorare in una condizione di svantaggio. Muovendosi quindi con difficoltà, ecco che è facile capire che, dopo parecchio tempo, questo non riesce più a compensare ed ecco che compare questa patologia.

Come si capisce che c’è una tendinite

Adesso vi darò qualche informazione per capire se, nel momento in cui state leggendo questo articolo, avete una tendinite al sovraspinato oppure il vostro problema è un altro.

Nel momento in cui è presente una infiammazione al tendine, ovviamente il quadro sintomatologico sarà diverso rispetto ad un problema puramente muscolare (come magari per un trigger point). Vediamo quindi come riconoscerlo.

  • Se assumete un farmaco antinfiammatorio, la sintomatologia dolorosa si riduce e il movimento risulta migliorato. Questo significa che, dal momento che si ha un’infiammazione tendinea al sovraspinoso, questa con il farmaco riduce l’edema che si è creato sulla spalla e quindi il dolore diminuisce.
  • Il dolore migliora con il movimento, mentre con l’immobilità della spalla peggiora. Questo perchè il movimento aiuta a ridurre l’infiammazione presente sulla spalla.
  • Di notte il dolore si riduce, soprattutto nella fascia oraria che va dalle 2-3 di notte fino alla mattina. Di notte il corpo produce il cortisolo, un ormone che ha capacità antinfiammatorie; questo raggiunge il picco durante le fasce orarie della prima mattina.
  • Proprio per il concetto del cortisolo, al risveglio la sintomatologia è minore rispetto all’arco della giornata.
  • Se applicate del ghiaccio sulla spalla, sicuramente troverete un beneficio sulla riduzione del dolore.

Se avete anche solo una delle situazioni sopra descritte, ecco che potreste trovarvi davanti ad una tendinite del sovraspinoso.

Tendinosi del sovraspinoso

La Tendinosi del sovraspinoso è una condizione fisiologica di degradazione e danneggiamento del tendine. Questo danneggiamento però non è accompagnato da una infiammazione intorno alla struttura tendinea.

Alcuni di voi quindi chiederanno: “ma allora qual’è la differenza tra tendinite e tendinosi?”
Nella tendinosi infatti il processo che logora la struttura cellulare del tendine è qualcosa che si sviluppa nel tempo e rappresenta, nella maggior parte delle volte, come un processo di normale deterioramento fisiologico.

Nella tendinosi del sovraspinato, la cosa importante è che nella maggior parte delle volte, proprio perchè è un processo fisiologico e sviluppato nel tempo, non si manifesta con dolore.
Certo, nel momento in cui si fanno accertamenti radiologici si può vedere che il tendine è consumato, ma in una condizione di tendinosi quasi mai è quello che dà problemi o dolore.

Calcificazioni

calcificazione tendine sovraspinato

Le calcificazioni sono la deposizione lungo il percorso oppure sul punto di inserzione di sali di calcio sul tendine del sovraspinoso. In questa condizione, anch’essa che si sviluppa nel corso del tempo, ciò che viene a irritare e a creare problemi è la presenza di queste calcificazioni.

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Infatti questi cristalli rendono la struttura del tendine meno elastico; in questo modo, durante i movimenti di elevazione dell’arto, il tendine si trova a muoversi e a scorrere all’interno della sua zona in maniera macchinosa, in maniera poco confortevole.
Secondariamente a questa rigidità della struttura tendinea, è ovvio che si può generare anche una infiammazione secondaria però alla presenza di questo calcio.
Il motivo per il quale si creano queste calcificazioni sono da ricercare nell’utilizzo errato della spalla (magari movimenti ripetuti nel tempo) e anche in un’alimentazione generale non proprio perfetta.

Lesioni del tendine sovraspinoso

In questa sezione invece parleremo delle lesioni che possono accadere al tendine sovraspinato. Sì perchè è veramente molto frequente che questo muscolo presenti il tendine con delle lesioni che possono essere totali oppure assottigliate e disomogenee.

Vediamo quindi che cosa succede e perchè avviene che il tendine sovraspinato presenti una lesione.

Tendine rotto alla spalla

Questa è forse la condizione più grave che può avere un soggetto con un tendinopatia alla spalla. Sì perchè in questa situazione il tendine risulta essere rotto non nel suo ancoraggio sull’omero, bensì dal ventre muscolare al punto di inserzione. Generalmente questo accade nella zona al di sotto dell’acromion, punto in cui il tendine passa all’interno di uno spazio veramente piccolo e angusto.

In queste condizioni quindi, essendo completamente rotto il tendine, il paziente presenterà una forte dolenzia alla spalla con l’impossibilità di aprire e muovere il braccio sia in flessione che in abduzione. Questo perchè il sovraspinato è un muscolo che funziona a mo di starter per il movimento.

Lesione tendine sovraspinatoIn queste condizioni quindi, è fondamentale che il paziente si rivolga nel minor tempo possibile ad un medico ortopedico per eseguire l’intervento chirurgico di sutura e ancoraggio del tendine.
Il rischio principale in queste situazioni è sicuramente quello che il tendine, una volta lesionato, non può far contrarre ovviamente il muscolo. Se questo non si contrae, va incontro ad un’atrofia legata proprio al mancato utilizzo dello stesso.

Molte persone spesso mi chiedono “Ma non muoverò mai più il braccio se il tendine è rotto?”

A questa risposta viene in soccorso la scienza e le evidenze scientifiche. Sì perchè si è visto che in molti casi alcuni pazienti avevano sopperito alla mancanza del muscolo sovraspinato attraverso un importante attività di rinforzo degli altri muscoli della spalla.
In questi casi ciò che spesso viene ad aiutare il sovraspinoso è proprio il muscolo sottospinoso, il quale vicaria parzialmente l’azione e permette comunque di muovere l’arto superiore.

Ovviamente il mio consiglio è quello di eseguire l’intervento chirurgico a cui seguirà poi un percorso di riabilitazione specifica per la spalla  .

Tendine del sovraspinato assottigliato e disomogeneo

Questa dicitura si legge veramente molte volte quando si fanno degli accertamenti sulla spalla. Infatti ciò che si viene a riscontrare è che il tendine in questi esami è assottigliato e disomogeneo.
Ma Cosa vuol dire?

Vuol dire che il tendine, nel suo percorso che va dal ventre muscolare al trochite omerale, presenta una conformazione piatta (spesso dovuto al fatto che è schiacciato nello spazio subacromiale). Inoltre quando si parla di tendine disomogeneo è perchè ci sono alcune parti di questo che sono sfilacciate oppure parzialmente lesionate.

Bisogna prestare attenzione però che questa condizione è veramente molto frequente e che non bisogna minimamente allarmarsi e pensare subito all’intervento chirurgico.
Infatti ci sono tantissime persone che non hanno dolore, non hanno sintomi e presentano un tendine assottigliato e disomogeneo.

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In queste situazioni quindi, il miglior consiglio che vi posso dare è fissare un appuntamento allo studio e contattarmi per gestire al meglio questa problematica al tendine della spalla.

Trigger point

trigger point sovraspinoso

Anche in questo muscolo è veramente molto semplice riscontrare un trigger point. Infatti questo muscolo va spesso in disfunzione ed emana un dolore tipico non esattamente ben localizzato.

Vediamo quindi qual’è l’area di irradiazione di una problematica come questa:

  1. Il dolore si presenta principalmente nella zona centrale della spalla, dove si trova il deltoide. Il paziente generalmente non sente un punto preciso e ben localizzato, bensì afferma che è tutta l’area della spalla a essere dolente.
  2. Il dolore può scendere verso il gomito anche con una sorta di irradiazione verso l’epicondilo radiale
  3. scendendo l’emanazione del dolore può arrivare fino alla parte superiore del polso

Distacco del tendine dall’inserzione

Una cosa che purtroppo succede molto spesso è che il tendine non si lesioni minimamente, non cambia la propria struttura nè subisce qualche tendinopatia calcifica.

Però succede che si distacca (generalmente a causa di un movimento molto brusco o di un trauma) il tendine dal trochite omerale.

Questo ovviamente si traduce con una impotenza funzionale e una difficoltà pressochè completa ad eseguire tutti i movimenti di elevazione dell’arto superiore e di abduzione.

Paralisi flaccida dopo un ictus

Purtroppo nelle condizioni da menzionare e che necessitano di un intervento fisioterapico c’è anche ciò che succede alla cuffia dei rotatori dopo un ictus. Infatti a causa dell’incidente vascolare al cervello, la capacità di controllo e di funzionalità muscolare dell’arto superiore viene spesso meno; questo si traduce con una flaccidità della muscolatura che tengono in sede l’omero. Quindi c’è molto spesso bisogno di utilizzare un sostegno adeguato per la spalla nei casi di emiplegia e di paralisi dei muscoli della cuffia dei rotatori.

Esami per il sovraspinato

Indagini radiologiche

Se ti stai chiedendo quali esami sono necessari per diagnosticare una qualche problematica a carico del muscolo sovraspinato, è necessario capire innanzitutto che questo muscolo ha il tendine che passa all’interno dell’articolazione, quindi è difficile andarlo a palpare direttamente.

Per questo motivo viene suggerito al paziente, al quale si sospetta una qualche degenerazione o problema al sovraspinoso, di eseguire alcuni esami radiologici ben definiti.

Infatti il paziente quando si interfaccia con il proprio medico curante riguardo a questo dolore, in prima istanza viene suggerita di eseguire una semplice lastra alla spalla: questo esame radiologico, in caso di patologia a carico del tendine del sovraspinato, non è molto utile in quanto non evidenzia in alcun modo il tessuto molle. Unica eccezione è data dall’eventuale presenza di una qualche calcificazione (cioè la deposizione di calcio nei tessuti del tendine) che, essendo radiopaca sull’RX, si vedrebbe molto bene.

ecografia tendine sovraspinatoUn altro esame che invece trova un grande impiego e che non è assolutamente pericoloso per il paziente è quello dell’ecografia: questo esame è molto specifico in quanto ha la possibilità di analizzare lo stato di salute ed eventuali lesioni specifiche a carico del muscolo. Ricordiamo che con questo metodo diagnostico è inoltre possibile analizzare un eventuale degenerazione e lo stato dell’attaccatura del sovraspinoso sull’osso.

Nel caso in cui invece il medico ortopedico voglia avere un quadro ancora più chiaro di tutti i tessuti molli e dello stato di salute della spalla, questo può richiedere che il paziente svolga una risonanza magnetica: questo esame diagnostico non prevede alcuna esposizione da parte del paziente a radiazioni e, attraverso un grandissimo magnete, sarà possibile trasferire un’immagine diagnostica che valuta la situazione a carico dei tessuti.

Test per il sovraspinato

In ortopedia inoltre esistono alcuni test ortopedici specifici per alcune problematiche di spalla. Questo distretto infatti è quello dove sono più presenti dei test ortopedici, in quanto è l’articolazione più complessa e più mobile di tutto il corpo umano.

Il primo che effettuò dei test ortopedici per individuare una qualche problematica al tendine del sovraspinoso fu sicuramente l’ortopedico Neer, il quale diede il nome proprio a questo esame evocativo.

In questo test il paziente è posizionato seduto e l’esaminatore è dietro di lui. Con una mano stabilizza la scapola verso il basso e con l’altra esegue una rotazione interna dell’arto superiore in esame. A questo punto si porta l’arto superiore in questa posizione verso l’alto, fino a raggiungere la massima flessione possibile. Se il paziente avverte dolore e riproduce il sintomo conosciuto, il test deve esser considerato come positivo.

Cura per il muscolo sovraspinato

Come abbiamo specificato prima, è necessario innanzitutto eseguire una corretta diagnosi su quale sia il problema da parte del paziente. Infatti in un primo incontro è importante valutare sia la mobilità sia la tipologia di dolore che ha il paziente.

Rispondere ad alcune domande ben specifiche possono dare un’idea della tipologia di dolore e problematica che si ha; un esempio di queste domande sono:

  • Quando è comparso il dolore?
  • Come è comparso il problema?
  • Durante la notte si avverte il fastidio?
  • Quali sono i movimenti che inducono dolore?
  • Ha notato se con il calore (esempio una doccia calda) il fastidio migliora oppure rimane invariato?
  • Utilizzo di farmaci?Se sì, quali?

Già rispondere a queste domande può dare l’idea di quale sia il problema e provare ad intervenire efficacemente.

Ma quali sono i trattamenti migliori per questo muscolo?

Una volta individuato il problema (generalmente a carico del tendine) esistono alcuni trattamenti molto indicati per patologie a carico del muscolo sovraspinato:

  1. trattamento muscolare sovraspinatoRiequilibrio muscolo-fasciale:Quando parliamo di muscolatura, è importante eseguire un riequilibrio dei tessuti muscolari. Infatti secondo il trattamento fasciale, i tessuti muscolari e connettivali fanno parte di un grande sistema di tensegrità e che si influenzano reciprocamente. In questo tipo di trattamento, attraverso alcuni test, si individua quali sono i distretti in disfunzione e, attraverso un lavoro di frizione profonda, è possibile riportare questo sistema in armonia e in fisiologico movimento. Dobbiamo immaginare come il sistema muscolare come una sorta di “vestito” che, per varie ragioni, tende ad avere delle “grappette” che non fanno stare in maniera corretta il vestito.
  2. Mobilizzazioni con movimento attivo: questo tipo di approccio terapeutico ideato da Brian Mulligan, rappresenta uno dei trattamenti più efficaci nel panorama internazionale per la cura delle problematiche della spalla. Essendo io un terapista certificato secondo metodica Mulligan®, ho la possibilità di applicarlo con grandissimo successo verso i miei pazienti. Questo tipo di approccio si basa sul riposizionamento articolare associato però ad un movimento attivo del paziente, In questo modo il cervello e i recettori posti a livello dei tessuti molli percepiscono un immediato rilassamento dei tessuti e tornano immediatamente a lavorare in maniera fisiologica e soprattutto senza dolore.
  3. Taping alla spallal’applicazione di alcuni tape in maniera antalgica svolgono un’importante azione di rilassamento muscolare e coadiuvano il paziente a stare bene durante il periodo tra una seduta fisioterapica e l’altra.
  4. Manipolazione della spalla: La manipolazione ad alta velocità e bassa ampiezza (HVLA Thrust) è un tipo di approccio chiropratico di riposizionamento posteriore della testa dell’omero rispetto alla glena. Nel video quì sotto vi mostro un esempio di ciò che è possibile eseguire.
  5. Fibrolisi MeccanicaUtilizzando alcuni strumenti a forma di ganci e con alcuni specilli, si può essere estremamente precisi e creare un grande rilassamento a carico del muscolo, che in questo modo viene percepito immediatamente da parte del paziente come un grande sollievo, soprattutto in caso di spasmo muscolare del sovraspinato. Questo tipo di approccio trova nella spalla uno dei migliori utilizzi in quanto non solo esegue alcune manovre sul ventre muscolare per creare un release, ma è possibile liberare la zona entro cui passa il tendine al di sotto dell’acromion. Generalmente è proprio sotto questa zona che il tendine si trova in posizione di conflitto, andando a creare la patologia dell’impingement.
  6. Trattamento con rieducazione posturale Mezieres: questo tipo di approccio elaborato da Françoise Mezieres si basa sull’allungamento globale della muscolatura a livello di catena cinetica. Infatti attraverso una messa in tensione globale accompagnata dalla respirazione, c’è un progressivo tensionamento della catena posteriore; questa è responsabile di tutti i dismorfismi a livello della muscolatura e della componente ossea. Nel caso specifico della spalla e del sovraspinoso togliendo la tensione del muscolo gran dorsale che porterebbe la spalla in anteriorità, avviene quindi un riequilibrio della tensione a livello della cuffia dei rotatori eliminando i fattori che minano la centratura della testa omerale a livello della spalla.

posturale mezieres

Esercizi per la lesione del tendine sovraspinato

Ma veniamo ora forse ad un capito che la maggior parte di voi sono desiderosi di sapere.

É necessario però fare una piccola premessa. Sì perchè tutti gli esercizi che vengono eseguiti e consigliati quà sotto, devono assolutamente essere in accordo sia con il medico ortopedico che vi sta seguendo ma soprattutto dal fisioterapista che gestisce il vostro dolore alla spalla.

Questo perchè è necessario, nel momento in cui ci si interfaccia con una tendinopatia del sovraspinoso, graduare lentamente sia i carichi che gli esercizi terapeutici.

Esercizio isometrico per il sovraspinoso

Questo forse è uno degli esercizi più semplici e sotto certi aspetti più sicuri che un paziente con una lesione del tendine sovraspinato può fare.

Si tratta infatti dell’esecuzione di una rotazione esterna in maniera isometrica.
Ma cosa si intende?

Si intende una contrazione muscolare della componente rotatoria esterna (il sovraspinoso è anche un rotatore esterno) senza però alcun tipo di movimento delle articolazioni. C’è solamente il muscolo che si contrae contro una resistenza senza però che avvenga un movimento della spalla.

Ma vediamo l’esercizio:

  1. Posizionare un piccolo asciugamano arrotolato adiacente al gomito affinchè questo rimanga il più possibile attaccato al corpo.
  2. Mettere il gomito piegato a 90° e posizionare il dorso della mano affinchè quella sia la parte a contatto con uno stipite della porta/muro
  3. A questo punto è necessario applicare una forza affinchè il dorso della mano spinga contro il muro.
  4. Sentirete quindi una contrazione e una sorta di attivazione muscolare nella zona della spalla (non tanto sul ventre muscolare ma in generale sulla spalla)
  5. Mantenere questa spinta per circa 5 secondi
  6. Smettere di spingere
  7. Spingere di nuovo per altri 5 secondi

Il mio consiglio è di eseguire questo esercizio con 3 serie da 10 spinte (ogni spinta ricordo deve essere mantenuta per almeno 5 secondi) ogni 2-3 ore.

Per facilitarvi la comprensione dell’esercizio vi metto quà sotto anche un video proprio per farvi vedere come dovete mettervi.

Esercizio eccentrico per la tendinopatia del sovraspinato

Veniamo ora ad un esercizio secondo me eccezionale per quanto riguarda una tendinopatia del sovraspinato.

Infatti se c’è una lesione infiammazione al tendine della spalla sicuramente l’esecuzione di un esercizio in eccentrica è forse, a detta della letteratura scientifica, quello che fa meglio al muscolo.

Ma cosa significa “contrazione eccentrica”?

Significa che il muscolo si contrae ma i due capi articolari (quindi origine ed inserzione del muscolo) si allontanano.
É come se il tendine della spalla volesse “frenare” il movimento.

Ovviamente questo tipo di esercizio deve essere eseguito solamente se il terapista lo ritiene opportuno; inoltre va calibrato anche come resistenza e come numero di ripetute in base al paziente.

Ma vediamo insieme come si fa questo esercizio per la tendinopatia.

Innanzitutto è importante dotarsi di un elastico che possa rappresentare la vostra resistenza.
Vi indico quindi quello che generalmente ho acquistato io e che suggerisco ai miei pazienti.

  1. Eseguire un nodo sull’elastico affinchè il vostro piede possa entrare all’interno del “cappio” che avete realizzato
  2. Sdraiatevi a terra oppure sul bordo di un letto
  3. Afferrate con la mano del braccio con il problema al tendine l’altro lembo dell’elastico
  4. Piegate la gamba in modo da ridurre la tensione dell’elastico
  5. Ruotate quindi il braccio in rotazione esterna (per farci capire il palmo della mano deve guardare il soffitto)
  6. Stendete la gamba mantenendo sempre la spalla in extrarotazione (avrete quindi messo tensione all’elastico)
  7. A questo punto molto lentamente, ruotate la spalla affinchè la tensione sull’elastico si riduca (dovete quindi frenare il movimento seguendo la resistenza dell’elastico)
  8. Arrivati a fine corsa, ripiegate la gamba (avrete quindi ridotto la tensione dell’elastico) e riportate la spalla in rotazione esterna.

Per illustrarvi bene come va fatto l’esercizio, vi mostro anche quì l’esecuzione corretta dell’esercizio per la tendinopatia del sovraspinato.

 

Riguardo Daniel Di Segni
Daniel Di Segni
Nel mio Studio “Cervicale e Vertigini” di Roma, investo moltissime risorse economiche e professionali per permettere al paziente di avere una fisioterapia di qualità ed individuare il miglior percorso riabilitativo per la singola esigenza e situazione del paziente riducendo quindi il numero delle sedute fisioterapiche.

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