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Introduzione
Quando si parla di Sindrome di Meniere si intende una condizione caratterizzata da un aumento della pressione dei liquidi presenti all’interno del canale endolinfatico, la quale determina una diminuzione della capacità uditiva e dalla comparsa di vertigini e di una serie di disturbi associati che risultano essere per il paziente anche molto invalidanti. Infatti la comparsa di questa patologia avviene senza un particolare segno premonitore, quindi in uno stato di relativo benessere. Vedremo più avanti quali sono i sintomi, i vari disturbi associati e la cura per questo tipo di problema.
Cenni Storici
Se torniamo indietro nel tempo, i cenni storici della sindrome di Meniere, il nome gli viene attribuito dal medico francese Prospero Meniere (nato nel 1799 e poi morto nel 1861) che per primo individuò l’entità clinica della patologia nel 1861. Egli infatti fu il primo a descriverne i sintomi ed ebbe il merito di non attribuire il disturbo al sistema nervoso centrale (come alcuni suoi contemporanei affermavano) ma di capire che era legato ad un disturbo dell’orecchio interno.
Molto importante fu il fatto che egli descrisse per primo anche i vari stadi della malattia, permettendo quindi non solo di racchiudere i vari sintomi all’interno della malattia, ma permettendo quindi anche una conseguente cura e trattamento.
Le Cause
Stai cercando le cause della Sindrome di Meniere? Purtroppo è impossibile poter identificare una causa conclamata che porta alla sindrome di meniere; è possibile infatti asserire che con molta probabilità la comparsa di questa patologia nasce da una condizione di idrope endolinfatico cioè l’aumento della pressione dei liquidi a livello dell’endolinfa. Questa è infatti la teoria più comune dove avviene che questo aumento avviene in quanto il sistema di drenaggio dell’endolinfa risulta essere ridotto o bloccato, determinando quindi a monte una ipertensione. Questo drenaggio è chiamato proprio “dotto endolinfatico” che risulta essere a volte ostruito in seguito alla presenza di tessuto cicatriziale oppure per una qualche malformazione genetica dalla nascita.
Si ipotizza inoltre che questo idrope possa provenire da delle riattivazioni virali di pregresse e latenti infezioni.
Sono inoltre da annoverare come possibili cause della sindrome di meniere anche delle alterazioni del sistema ormonale (infatti è necessario includere anche farmaci estroprogestinici come la pillola anticoncezionale) oppure alterazioni del flusso sanguigno in quella parte interna dell’orecchio.
L’aspetto alimentare anche con conseguente attivazione del sistema immunitario (nel caso di allergie) rappresenta anch’esso una possibile causa di questa patologia; proprio il sistema immunitario ha un’importante azione durante gli agenti patogeni in tutte quella condizioni di infezioni croniche mastoidee che comunque, anche per un discorso di vicinanza, coinvolgono l’orecchio interno.
In rari casi non si riesce a identificare un agente eziologico e quindi si definire Sindrome di Meniere idiopatica.
Sintomi Frequenti
Molto importante è inoltre anche la descrizione dei vari sintomi della sindrome di Meniere che permette di capire meglio cosa aspettarsi da questa malattia e qual’è anche il decorso.
Questa malattia infatti inizialmente presenta dei sintomi molto associabili con la vertigine acuta a cui però si aggiungono il senso di completezza ed ovattamento dell’orecchio colpito con ronzii interni e una sordità variabile da soggetto a soggetto.
Vediamo quindi quali sono i sintomi della sindrome di meniere:
- Diminuzione dell’udito: Questa condizione genera quindi una diminuzione della capacità uditiva che viene percepita sensibilmente dal paziente. Generalmente questo disturbo si presenta solo da un lato e non ad entrambe le orecchie; questa sensazione viene definita comunque “fluttuante” in quanto varia a seconda degli attacchi per tornare poi alla normalità.
- Sensazione di pienezza dell’orecchio: Questa sindrome determina proprio un’alterata percezione dell’orecchio che risulta essere compatto, pieno, come una sorta di gonfiore interno della zona auricolare.
- Comparsa di suoni nell’orecchio: Questa spiacevole sensazione avviene all’interno dell’orecchio interno e viene percepita come un ronzio, fruscio interno all’orecchio. Questa manifestazione si presenta nello stesso lato della diminuzione dell’udito e possono permanere nell’individuo anche successivamente agli attacchi vertiginosi. Gli acufeni possono essere suddivisi in tre livelli:
I livello: gli acufeni sono precepibili solo in ambiente silenzioso
II livello: gli acufeni si sentono sempre ma sono ridotti in maniera importante quando il paziente compie attività mentali
III livello: gli acufeni condizionano in maniera importante la vita del soggetto - Vertigine: Questa forma di vertigine rotatoria è di carattere oggettivo, cioè che si riferisce all’ambiente circostante. Questa situazione determina una difficoltà nel mantenere la stazione eretta. Generalmente l’attacco di vertigine viene preceduto da segni uditivi sempre monolaterali a dove poi avverrà il sintomo vertiginoso; fondamentalmente è questo il carattere principale della malattia che porta poi il paziente a presentarsi da un medico otorinolaringoiatra.
La vertigine in questa condizione raggiunge il suo punto massimo in 2-3 minuti permanendo però poi una sensazione di instabilità per alcune ore, lasciando il paziente esausto; queste crisi però poi lasciano il paziente in uno stato di benessere relativo, sapendo però che questi disturbi potrebbero ripresentarsi in altri momenti della vita.
Questo senso di vertigine è qualcosa però di differente dagli senso di sbandare vero e proprio. - Nausea e vomito: Questi sintomi sono legati comunque ad un interessamento del sistema neurovegetativo che va in tilt e che coinvolge anche l’orecchio interno con i sistemi di equilibrio.
- Nistagmo: Il paziente presenta nistagmo spontaneo raramente evidente in posizione primaria di sguardo, ma ben evidente nello sguardo laterale verso il lato sano. Il nistagmo spontaneo si accentua nettamente con la manovra di scuotimento rapido del capo (head shaking) solo quando la crisi è recente; con uno stimolo vibratorio nella zona delle mastoidi si elicita un nistagmo di II grado direzionato verso il lato sano.
La diagnosi
Rispetto ad altre patologie che riguardano l’orecchio interno e che necessitano di alcuni esami specifici come la infiammazione del nervo vestibolare , questa condizione è caratterizzata da una diagnosi di tipo clinico.
Infatti il medico otorinolaringoiatra esegue una diagnosi clinica cioè basata solamente dai sintomi descritti dal paziente e dall’anamnesi che si raccoglie al momento della visita.
Molto importante è l’esame audiometrico che il medico fa che permette anche di valutare la diminuzione dell’udito da parte del paziente.
Come abbiamo detto la diagnosi di sindrome di Meniere è in base ai sintomi che il paziente racconta; nonostante ciò è possibile che il medico prescriva alcuni esami specifici per avere una panoramica più ampia e poter avere una più corretta diagnosi.
- Esame audiometrico
- Risonanza magnetica
- Otoemissioni
- Potenziali evocati Uditivi
- Elettrococleografia
- Esame Vestibolare
- Esame Neurologico
Nel test neurologico dell’equilibrio (Test di Romberg),con il paziente in piedi e con gli occhi chiusi, si assiste a una deviazione del corpo verso il lato lesionato. Nel cammino a occhi chiusi o nel test di Fukuda, il paziente devia verso il lato leso.
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La Cura
Quando si parla della cura per la sindrome di Meniere è importante distinguere sempre in che fase della patologia si è e quindi varia il tipo di approccio terapeutico a cui deve esser sottoposto il paziente.
Ricordiamo che logicamente questo tipo di problematica deve esser gestita ed affrontata attraverso un continuo interfacciarsi del medico otorinolaringoiatra che saprà indicare con precisione quali accorgimenti è bene utilizzare.
In una fase iniziale dove sono presenti tutti i sintomi sia uditivi che vertiginosi, essendo una patologia caratterizzata da un aumento della pressione nell’endolinfa, sono molto indicati tutti quei farmaci che riducono l’edema e la pressione all’interno della zona: per questo motivo generalmente si possono somministrare farmaci come l’antistamina (per ridurre la componente immunitaria che agisce in caso di reazione autoimmune o infiammatoria), steroidi e diuretici proprio per ridurre l’apporto eccessivo di pressione in questa zona.
Molto importante poi in questa fase l’utilizzo dei vari farmaci per ridurre la sintomatologia neurovegetativa quindi farmaci per la nausea, il vomito e il malessere generale; spesso si associa a questi medicinali anche l’utilizzo di ansiolitici proprio per ridurre la componente psicologica indotta proprio dal grande malessere che viene evocato.
Per quanto riguarda le vertigini invece il medico può scegliere se eseguire delle infiltrazioni all’interno dell’orecchio medico di un antibiotico (gentamicina) che agisce sulle cellule ciliare e riduce gli impulsi che arrivano al nervo vestibolare.
fase successiva è necessario che il paziente corregga alcuni stili di vita: infatti si è visto come la dieta e la qualità della vita hanno una grandissima influenza sulla malattia. Una vita lontano da stress, preoccupazioni e particolari sforzi riduce enormemente i vari attacchi e rende molto più tollerabile i vari sintomi della sindrome di Meniere.
La Dieta
Per quanto riguarda invece la dieta, a livello internazionale i medici sono concordi come sia importante ridurre l’apporto di sale all’interno della dieta, in quanto questa sostanza trattiene liquidi e aumenta la pressione, anche a livello dell’orecchio interno.
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Per questo motivo consiglio intanto come primo accorgimento anche il cambiamento dello stile di cucina all’interno della casa: per questo motivo è possibile acquistare una sorta di ricettario per cucinare con gusto ma riducendo il sale nei piatti.
Proprio per le qualità sulla regolazione della pressione e sugli elettroliti, i medici consigliano l’assunzione di grandi quantità di vegetali e di frutta, logicamente in accordo con le eventuali altri sindromi metaboliche od organiche che il paziente può avere.
Bisogna porre grande attenzione inoltre anche all’apporto di liquidi che il paziente deve avere durante la giornata: infatti sia in presenza di attacchi di vomito/diarrea, oppure per il caldo è necessario bere costantemente ogni giorno almeno 2 litri di acqua. Se ricordarsi di bere è un problema, potreste utilizzare un piccolo accorgimento che vi ricorda di bere ogni tot minuti un bicchiere d’acqua.
Limitare l’uso della caffeina risulta essere un valido aiuto per la dieta nella sindrome di Meniere; nel caso in cui abbiate delle macchine Nespresso® può essere valido anche mantenere il gusto del caffè ma senza assumere caffeina.
Anche limitare l’assunzione di alcol risulta essere un buon approccio alla sindrome di Meniere.
La Terapia Chirurgica
Se l’approccio alla sindrome di Meniere non è sufficiente con i vari farmaci e con una dieta adeguata, il medico otorinolaringoiatra può proporre anche un approccio chirurgico. Esistono vari tipi di intervento che hanno una loro complessità e che comunque vanno valutati insieme al paziente e che logicamente possono portare anche a delle complicanze.
Essendo una idrope endolinfatico, una terapia chirurgica che viene spesso proposta è quella della decompressione del sacco endolinfatico: consiste nella rimozione dell’osso posto posteriormente al sacco endolinfatico in modo da ridurre la pressione-
Un altro approccio che viene proposto è quello della labirintectomia con antibiotico, cioè viene iniettata nell’orecchio medio la gentamicina che risulta essere tossica per le cellule vestibolari ma non per quelle uditive.
L’intervento chirurgico con la rimozione della componente vestibolare si utilizza invece solamente quando il paziente risulta essere già completamente sordo in quel distretto.
La Terapia Conservativa
Oltre all’approccio farmacologico, può risultare utile anche l’intervento fisioterapico nella sindrome di meniere, studi scientifici infatti hanno mostrato di quanto la fisioterapia specifica sia importante anche per prevenire e ridurre gli attacchi vertiginosi e di come sia di valido aiuto la terapia manuale in questo tipo di disturbi.
Si è visto infatti di come siano importanti le manipolazioni della giunzione cervico-toracica ad alta velocità e bassa ampiezza nella gestione delle varie crisi e come questi aiutino moltissimo i vari pazienti.
Per darvi un esempio, vi mostro una variante che utilizzo nel mio studio per i miei pazienti affetti da sindrome di Meniere.
La correzione inoltre della postura aiuta molto il drenaggio dei liquidi, per questo motivo anche il trattamento con la rieducazione posturale Mezieres è un valido aiuto nei disturbi muscolo-scheletrici e di questo tipo.