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Vertebre Cervicali

Vertebre cervicali anatomia
Indice dei contenuti

Introduzione

Quando parliamo di vertebre cervicali parliamo innanzitutto di una specifica regione del corpo, cioè la zona compresa tra la testa ed il torace, la cui conformazione è quella di un cono appiattito e dove è possibile distinguere alcuni distretti ossei che aiutano ad identificare meglio la parte: infatti è possibile delimitare la zona superiormente con la nuca cioè l’osso occipitale che è una parte del cranio; inferiormente dalla prima vertebra toracica e con le sue relative coste; anteriormente dallo sterno e dall’articolazione sterno-clavicolare.
In questa pagina infatti andremo a valutare la componente anatomica e biomeccanica delle vertebre cervicali: ricordiamo che queste sono 7 che vengono semplificate, per comodità, con la lettera maiuscola C.

Suddivisione funzionale

Quando si parla di vertebre cervicali è necessario comunque eseguire una suddivisione molto importante in quanto sia per conformazione che per azione biomeccanica le ossa del collo non sono uguali: infatti è ottima norma dividere le vertebre cervicali in:

  • Rachide cervicale superiore: si intende la prima vertebra cervicale chiamata Atlante (oppure C1) e la seconda vertebra chiamata Epistrofeo (C2). In gergo tecnico
  • Rachide cervicale inferiorein questa regione si includono le restanti ossa del collo che presentano delle caratteristiche pressoché simili tra loro che andremo ad analizzare più avanti.

Generalmente non si esegue una suddivisione rispetto ai muscoli in quanto ogni movimento presenta sempre una componente mista di inclinazione, rotazione, estensione e flessione e quindi gli anatomisti preferiscono suddividere il rachide cervicale in questi due tronconi in modo da analizzarli e descriverli meglio.

É bene comunque specificare che il rachide cervicale presenta una curvatura di 36°, la quale garantisce a questo distretto la presenza di una lordosi (la scomparsa di questa viene chiamata verticalizzazione cervicale)

Vertebre cervicali superiori

In questa sezione andiamo ad analizzare come sono fatte le vertebre cervicali superiori e quali sono i riferimenti importanti da valutare per comprendere meglio queste strutture e come, insieme, si relazionano per dare stabilità e movimento al nostro collo.

Atlante (C1)

atlante cervicaleMa come è fatto quindi questo Atlante?
L’atlante è una vertebra posta subito al di sotto del cranio con il quale si relaziona attraverso un importante sistema di movimento che andiamo poi ad analizzare.
Il nome di questa vertebra ricorda l’antico mito Greco che ricorda come la figura di Atlante fosse condannata per l’eternità a dover sopportare il peso del pianeta sulle proprie spalle; questa vertebra sotto certi aspetti ricorda un po’ quest’antica storia dell’antica Grecia: questo perché la struttura con la quale è formata questa prima vertebra cervicale è proprio quella che permette di sopportare il peso del cranio e nello stesso tempo sfruttare la sua conformazione semisferica per avere anche, attraverso l’azione muscolare, un movimento di flesso-estensione.

Infatti la prima vertebra cervicale è formata da:

  • Un arco anteriore
  • Un arco posteriore (più sottile rispetto alla parte anteriore)
  • Due processi trasversi (all’interno dei quali è presente il forame trasversale) posti lateralmente.

Nella porzione laterale della vertebra sono presenti sia superiormente che inferiormente delle superfici articolari chiamate zigoapofisarie; di notevole importanza è la conformazione di quella superiore che è a forma di fagiolo con una superficie concava rivolta verso l’alto e verso l’interno.
Questa superficie gioca un ruolo importante nella stabilità del cranio perchè è attraverso queste superfici che è possibile il movimento con il cranio: infatti le ossa occipitali (condili) sono a forma rotonda diretti verso il basso e verso l’esterno.
Una caratteristica molto importante è che questa vertebra non è dotata di un disco intervertebrale e che il suo corpo vertebrale può essere assimilato al dente dell’epistrofeo.
La parte invece che si relaziona con la vertebra sottostante (Epistrofeo) sono tendenzialmente piatte, rivolte verso il basso e verso l’esterno.

Epistrofeo (C2)

Questa seconda vertebra è un osso dotato di peculiarità uniche, che attraverso la sua conformazione e i suoi rapporti articolari, garantisce stabilità, movimento e informazioni sensoriali al cervello.

epistrofeoInfatti l’epistrofeo presenta un grande corpo vertebrale il quale presenta poi un grande rilievo osseo a forma cilindrica chiamato Dente (dente dell’epistrofeo) il quale si va a posizionare a livello dell’arco anteriore dell’Atlante.
Inoltre questa vertebra presenta dei peduncoli ossei molto spessi e dei processi trasversi molto evidenti, che svolgono l’azione di dare inserzione ai vari muscoli del collo.
Da un punto di vista anatomico e di sviluppo genetico, possiamo dire che questo dente dell’epistrofeo rappresenta il corpo vertebrale dell’atlante che è fuso con il dente ma che, con lo sviluppo dell’umanità, si è andato a dividere formando la conformazione che conosciamo noi.

Una caratteristica che comunque manca all’epistrofeo e che gli garantisce una differente struttura è l’assenza di una vera e propria incisura delle superfici articolari con C1; questo aspetto, nelle altre vertebre, si sovrappone all’incisura vertebrale inferiore della vertebra soprastante; questo quindi determina la formazione di un foro di coniugazione.

Vertebre cervicali inferiori

Struttura comune a tutte le vertebre

É necessario raggruppare l’anatomia e la descrizione delle vertebre cervicali inferiori in quanto queste restanti 5 ossa presentano caratteristiche comuni e quindi si preferisce riunirle in un unica descrizione.

Vertebre cervicali anatomiaInfatti queste vertebre sono composte da un corpo vertebrale a forma di cilindro che hanno una superficie concava superiormente e convessa inferiormente; questi corpi hanno nella loro parte superiore una sorta di sollevamento che viene chiamato processo uncinato, il quale si relaziona con una parte che è depressa presente nella parte laterale inferiore del corpo vertebrale superiore; ricordiamo che queste superfici possono dare origine a delle modificazioni a forma di speroni chiamati osteofiti.

Al di sopra del corpo vertebrale possiamo trovare il disco intervertebrale, cioè una sorta di cuscinetto posto tra una vertebra e l’altra che ha la funzione di sopportare gli urti e di distribuire le forze sulle varie vertebre, favorendo inoltre anche il movimento delle singole ossa.
Questo disco intervertebrale a livello delle vertebre cervicali è più spesso anteriormente e aiuta nella conformazione della lordosi cervicale (la quale quando perde la sua conformazione avrà una verticalizzazione).

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Lateralmente al corpo vertebrale è possibile trovare due processi trasversi che però sono biforcuti che però hanno all’interno della loro struttura un foro (chiamato foro trasversale) all’interno del quale passa l’arteria vertebrale, cioè quell’arteria che porta sangue ossigenato dal cuore verso il cervello e verso l’orecchio interno.
Posteriormente invece è possibile trovare un processo osseo chiamato “processo spinoso”  che è facilmente palpabile facendo passare le dita sul collo durante i movimenti cervicali; una menzione particolare va fatta per l’ultima vertebra cervicale, cioè la settima (C7) che è dotata di un processo spinoso più sviluppato e più grande, caratteristica questa che le dà il nome di “vertebra prominente“.

Superfici articolari delle vertebre cervicali

Se ti stai chiedendo: Ma queste vertebre come si muovono tra loro? Quali sono i punti in cui si relazionano tra loro? Beh, andiamo ad analizzarle insieme e capire come queste superfici articolari sono fatte.

Infatti iniziamo a parlare delle vertebre cervicali inferiori che sono orientate con un angolo di 45° rispetto al piano assiale e di 85° sul piano sagittale: questo angolo preciso è stato creato da madre natura proprio per evitare un eccessivo scivolamento anteriore delle vertebre.

Se dovessimo raggruppare le articolazioni delle vertebre cervicali sicuramente potremmo includerle come “diartrosi” cioè articolazioni che scivolano su di una superficie cartilaginea articolare.

Legamenti del rachide cervicale

Dietro a questa serie di ossa, ciò che comunque le tiene in asse e permette una grande mobilità insieme ad una stabilità molto efficace sono sicuramente i legamenti del rachide cervicale. Infatti andiamo quindi ad analizzare come questi legamenti interagiscono con il movimento e come possono creare situazioni anche spiacevoli per i pazienti se viene meno la loro funzione di sostegno.

In tutta la colonna infatti vi sono legamenti che garantiscono la stabilità e che percorrono in toto tutte le vertebre, dalla zona lombare fino alla zona cervicale:

  • Legamento longitudinale anteriore: è un legamento posto anteriormente al corpo vertebrale e che percorre la colonna anteriormente
  • Legamento longitudinale posteriore: Questo è posto posteriormente al corpo vertebrale e anch’esso si muove lungo la schiena

Questi due legamenti sono fondamentali per mantenere l’integrità strutturale della colonna vertebrale.

  • legamenti vertebre cervicaliLegamento Giallo: questo legamento va dalla superficie anteriore della vertebra superiore alla superficie posteriore di quella inferiore; inoltre si inserisce e rafforza le capsule della faccette articolari.
  • Legamento Sopraspinoso: è un legamento che corre lungo tutti i processi spinosi a livello di tutte le vertebre del corpo.
  • Legamento nucale: è la continuazione del legamento sopraspinoso, il quale si va ad inserire poi a livello della nuca ed è importante nella stabilizzazione della colonna cervicale. (spesso una disfunzione di questo legamento può determinare in alcuni soggetti anche un forte dolore alla nuca)
  • Legamento interspinoso: questo legamento è molto sottile e si estende tra il processo spinoso di una vertebra e quella adiacente.
  • Legamento trasverso: Questo legamento è veramente molto importante nella stabilità e nella possibilità di movimento del rachide cervicale: infatti questo legamento è posto tra i tubercoli dell’atlante e decorre trasversalmente dividendo inoltre in due il lume dell’atlante. Questo legamento serve ad avvolgere il dente dell’epistrofeo e mantenerlo adiacente all’atlante.
  • Legamenti alari: forse questi legamenti sono quelli più famosi nel rachide cervicale e sono quelli che spesso sono implicati nei disturbi legati al colpo di frusta; questi legamenti sono posti ai lati del dente dell’epistrofeo, tra i condili occipitali e l’atlante stesso. Essi sono molto importanti in quanto impediscono all’atlante un eccessivo movimento di rotazione e di lateralità, consentendo la flessione e l’estensione.
  • Quando c’è un grave movimento di flessione ed estensione (tipico degli incidenti in macchina) i legamenti possono danneggiarsi determinando un eccessiva mobilità della struttura e andando a creare danni all’arteria vertebrale (conseguentemente quindi anche una stimolazione dei recettori del dolore) con fenomeni anche di mal di testa, dolore al collo e vertigini).

Nel mio studio eseguo importanti test proprio per andare a valutare la presenza di un eventuale lesione a questi legamenti; un test che è validato a livello scientifico e che applico è sicuramente quello chiamato “Alar Ligament stress Test” dove si va a valutare proprio l’integrità di questi importanti elementi stabilizzanti.

Nel video quì sotto vi mostro un esempio di come va eseguito questo test:

Arteria Vertebrale nel distretto cervicale

Impossibile non citare, nell’analisi delle vertebre cervicali, la presenza e l’andamento dell’arteria vertebrale in quanto questa struttura spesso può anche dare origine a sbandamenti e disturbi legati all’orecchio interno.

sangue per vertigini da cervicale

L’arteria vertebrale è un vaso (ce ne sono due, una per lato) che nasce dall’arteria succlavia ( a sua volta che nasce a livelli dell’arco aortico) e che si dirige verso l’alto con una direzione verso l’indietro e lateralmente, dirigendosi verso la testa.
Quest’arteria entra all’interno del rachide cervicale alla sesta vertebra (C6) passando all’interno dei fori che sono posti a livello dei processi trasversi dirigendosi verso l’alto.
Quando arriva a livello dell’atlante (C1) si dirige posteriormente alla massa laterale della vertebra andando all’interno del forame occipitale (detto anche Forame Magno) dove si anastomizza (cioè si unisce) con il vaso controlaterale andando a formare l’arteria basilare (che irrora la zona del tronco encefalico) e anche la zona dell’orecchio interno.

I vasi più piccoli che si originano da quest’arteria vanno ad irrorare la zona del midollo spinale e di alcuni muscoli profondi del collo.

Questi vasi sono inoltre importanti nell’analisi che stiamo facendo anche perché, nel caso in cui si siano formati degli osteofiti in prossimità, possono determinare un’occlusione e un deficit di irrorazione della zona.

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Riguardo Daniel Di Segni
Daniel Di Segni
Nel mio Studio “Cervicale e Vertigini” di Roma, investo moltissime risorse economiche e professionali per permettere al paziente di avere una fisioterapia di qualità ed individuare il miglior percorso riabilitativo per la singola esigenza e situazione del paziente riducendo quindi il numero delle sedute fisioterapiche.

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