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Anatomia e biomeccanica
Quando si parla di un problema legato ad una infiammazione ginocchio è fondamentale però spiegare come quest’articolazione è fatta e quali sono le strutture che la rendono così importante per la mobilità degli arti inferiori.
Infatti il ginocchio è l’articolazione a metà dell’arto inferiore ed è formato dalla parte distale del femore la quale si articola con la parte superiore della tibia, andando quindi a formare quella che è chiamata “articolazione femoro-tibiale”; ad aggiungersi però esiste un’articolazione spesso non contemplata ma di vitale importanza che è quella “femoro -rotulea” cioè quella formata tra il femore e la superficie anteriore della rotula.
Il ginocchio possiede fondamentalmente due gradi di movimento: la flesso-estensione e la rotazione (interna ed esterna); questi movimenti sono garantiti grazie all’azione di alcuni muscoli ma anche grazie ad alcune strutture molli (capsula, legamenti) che ne limitano ed incentivano i movimenti vicendevolmente. Infatti di notevole importanza in questo distretto assumono proprio le parti legamentose e molli che fanno parte di quest’articolazione: spesso si sente di persone che hanno avuto una lesione legamentosa al ginocchio oppure hanno avuto un danno ai menischi, ma cosa cosa?
Legamenti, menischi e capsula del ginocchio
Ho preferito donare un paragrafo apposta a queste strutture perché svolgono un importante azione stabilizzatrice ma anche di sostegno durante tutte le attività che vengono svolte dall’individuo attraverso l’azione del ginocchio. All’interno di quest’articolazione infatti sono presenti alcuni legamenti che hanno non solo la funzione di stabilizzare il distretto, ma anche di evitare che questo possa compiere alcuni movimenti errati che minano la salute delle componenti articolari.
Questi legamenti presenti nel ginocchio sono:
- Legamento Collaterale Mediale: è esteso dall’epicondilo mediale del femore fino ad arrivare all’estremità superiore della tibia. Ha la funzione di resistere allo stress in valgismo del ginocchio e viene messo in tensione durante l’estensione e durante la rotazione esterna della tibia.
- Legamento Collaterale Laterale: Va dall’epicondilo laterale fino alla testa del perone. Resiste durante lo stress in varismo e viene tensionato l’estensione del ginocchio insieme alla rotazione della tibia.
- Legamento Crociato Anteriore: fondamentalmente resiste al movimento di forza di taglio antero posteriore durante l’estension (della tibia) e con il movimento estremo di varo/valgo e rotazione.
- Legamento Crociato Posteriore: la maggior parte delle fibre resiste alla flessione del ginocchio e resiste all’estremo grado di rotazione accompagno da un movimento in varo o in valgo del ginocchio.
Molto importante invece è anche il ruolo dei menischi che sono delle strutture fibrocartilaginee localizzate all’interno del ginocchio con la funzione di accomodare meglio le superfici di contatto tra il femore e la tibia e favorire il movimento di queste durante il movimento indotto dai muscoli. Queste strutture inoltre hanno anche un ruolo fondamentale nella riduzione dello stress compressivo indotto dalla gravità e dal peso del corpo verso l’articolazione femoro-tibiale; la cartilagine articolare è lubrificata e mantenuta viva anche grazie all’apporto che proviene dai menischi che permettono quindi non solo un azione di guida nei movimenti di flesso estensione del ginocchio, ma anche di arricchimento di sostanze nutritive.
Per capire anche l’importanza di queste strutture basti pensare che secondo uno studio condotto su moltissimi pazienti, si è visto che quelli che hanno tolto un menisco avevano un aumento del contatto sulle superfici articolari del 230% (!!!!) con un forte rischio di sviluppare poi un’artrosi al ginocchio.
Sintomi
In ortopedia esistono numerosi test eseguiti dal medico o dal fisioterapista che permettono di indagare lo stato di salute del ginocchio, permettendo quindi di avere già un abbozzo di diagnosi e quindi un piano terapeutico. L’infiammazione di questa articolazione determina un dolore costante, non attenuabile durante la notte o con l’immobilità e che peggiora durante il carico o il tensionamento delle strutture che possono essere infiammate o danneggiate.
La localizzazione del dolore logicamente dipenderà sia dalla struttura coinvolta, sia dai movimenti che ne causano un sovraccarico; un dolore dietro al ginocchio per esempio può avere varie cause con un esacerbazione durante la completa estensione della zona poplitea.
Spesso è presente una sensazione di instabilità dell’articolazione con la descrizione da parte di alcuni pazienti di “avere il ginocchio che cede”: questo dipende sia da una condizione infiammatoria in atto che genera dolore, sia da un meccanismo neurofisiologico in cui, con la presenza sia di dolore che di edema (ricordiamo che l’infiammazione genera sempre un liquido) l’attivazione muscolare risulta essere deficitaria e inibita, motivo per cui c’è una riduzione del tono muscolare con conseguente debolezza.
La formazione di liquido nel ginocchio risulta essere un aspetto molto importante e da non trascurare, in quanto è sintomo di uno stimolo irritativo che stressa la capsula e le strutture molli (come i menischi), generando quindi un aumento di produzione di liquido sinoviale infiammato, che a lungo andare può portare al deterioramento precoce dei menischi o dei legamenti.
Conseguente al dolore, c’è la modifica prima transitoria e poi strutturata dell’atteggiamento posturale: questo cambiamento avviene in quanto il corpo tende a ridurre il più possibile lo stimolo irritativo sulla zona dolente, cambiando quindi l’esecuzione dei movimenti e la postura, andando a sovraccaricare quindi altre articolazioni. Questo cambiamento però, a lungo andare, usura in maniera molto importante le altre articolazioni (anca e caviglia soprattutto) rischiando di andare incontro ad una condizione di artrosi o rischio di traumi.
Come si diagnostica
Dopo aver eseguito un periodo di riposo per l’articolazione del ginocchio, riducendo se possibile il tempo passato in piedi e sospendendo l’attività fisica, come primo step è necessario andare da un medico il quale prescriverà come esame radiologico una risonanza magnetica.
É preferibile eseguire questa indagine e non la lastra a raggi X, in quanto è possibile indagare lo stato di salute dei tessuti molli, osservando con precisione la situazione di menischi, legamenti, capsula e tendini.
n caso di dolore posteriore, può essere utile anche effettuare un’ecografia, indagando sulla possibilità di formazione di cisti di Baker che causano dolore e infiammazione ginocchio.
Una volta eseguita la diagnosi sull’eventuale struttura lesionata o sovraccaricata, può essere utile un dosaggio da parte dell’ortopedico di alcuni farmaci per ridurre l’infiammazione: il medico può scegliere se somministrare antinfiammatori non steroidei per bocca, seguendo un ciclo di alcuni giorni; altrimenti può decidere di utilizzare del cortisone iniettato all’interno dell’articolazione, effettuando quindi un azione proprio locale all’interno del ginocchio.
Può essere utile, in questa situazione, associare alla terapia orale anche un trattamento fisioterapico con mezzi fisici, come Laser, Tecarterapia e ultrasuono.
Questo iter generalmente è indicato nel caso in cui non ci siano delle rotture o degenerazioni importanti delle strutture all’interno dell’articolazione, altrimenti l’intervento chirurgico rimane la prima opzione da perseguire.
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Cosa bisogna fare
Dopo aver eseguito quindi la risonanza magnetica per mostrare lo stato di salute del ginocchio, per prima cosa consiglio di alleggerire il carico su quel ginocchio, provando a deambulare con delle stampelle, riducendo quindi il peso che grava sull’articolazione e permettere un miglior recupero fisiologico.
Il ghiaccio in questa fase risulta essere un grandissimo alleato, in quanto con le sue proprietà sia antiflogistiche sia antalgiche, permette una sensazione di miglioramento immediato.
ATTENZIONE PERÒ!!!
Il ghiaccio non va tenuto sul ginocchio per troppo tempo, in quanto può determinare una risposta contraria da parte dell’organismo, generando quindi un aumento del dolore.
Il mio consiglio è di tenere il ghiaccio ben posizionato sul ginocchio, soprattutto nella zona (o interna o esterna) dove si accusa del dolore e tenerlo non più di 15 minuti; questo freddo però va ripetuto ogni due ore, in modo tale da permettere alle sostanze infiammatorie di essere degradate e far spazio alla guarigione. Quindi ricapitolando: ghiaccio non più di 15 minuti ma posizionato ogni 2 ore (di notte logicamente non serve).
Molte sono le creme antinfiammatorie in vendita nelle varie farmacie: sono tutte buone, ciò che consiglio io è però un utilizzo accorto di queste sostanze.
Vi svelo allora un piccolo trucco per la notte in modo da permettere al farmaco di penetrare meglio all’interno dell’articolazione:
- Posizionare un po’ di crema antinfiammatoria sulla parte
- Spalmare la crema senza però che venga asciugata e assorbita dalla cute, deve rimanere come uno strato “viscido” di crema sulla parte
- Ricoprire fasciando il ginocchio con delle carta velina, quella trasparente per gli alimenti
- Lasciare agire per tutta la notte
In questo modo si ha la possibilità di far penetrare con efficacia il farmaco all’interno della cute: la carta velina, genera un’apertura dei pori della pelle che fanno passare più efficacemente il farmaco all’interno dell’articolazione.
Come già detto, questo è un iniziale approccio “fatto in casa” per guarire dall’ infiammazione ginocchio va bene nel caso in cui l’azione flogistica sia di bassa entità, altrimenti è il caso di affidarsi alle mani di un fisioterapista, il quale effettuerà alcuni trattamenti mirati proprio alla risoluzione del problema; questi trattamenti sono:
- Laserterapia
- Tecarterapia
- Ultrasuono terapia
- Onde d’urto
- Terapie manuali (linfodrenaggio, taping, bendaggio di supporto, rinforzo muscolare, manipolazioni ad alta velocità delle estremità)
Come mostrato nel video, è possibile applicare del tape per ridurre l’edema e il gonfiore nel ginocchio infiammato. Questo tipo di trattamento va eseguito con molta attenzione, cercando di delimitare bene l’area da trattare, permettendo quindi un movimento all’articolazione e non un blocco.
Ciò che risulta essere fondamentale nel trattamento di un ginocchio è quello di affidarsi a mani esperte, capaci di individuare il problema e sottoporre il paziente a carichi di lavoro/trattamenti antidolorifici personali, e non standardizzati.
Un altro tipo di trattamento veramente molto efficace nelle problematiche al ginocchio è rappresentato dalla rieducazione posturale Mezieres : questa metodica ha la capacità di riequilibrare il sistema muscolo-scheletrico in maniera globale e simultanea, permettendo quindi di eliminare tutte quelle tensioni che hanno generato una infiammazione al ginocchio.
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Infiammazione ginocchio: e lo sport?
In presenza di dolore, gonfiore o infiammazione al ginocchio, il mio consiglio è sicuramente quello di fermare la propria voglia di movimento. Nonostante lo sport sia un’attività sana e molto importante, per le nostre articolazioni risulta essere anche uno “stress”, per cui è importante fermarsi.
Molti mi chiedono: in questo modo perdo il mio tono muscolare, cosa posso fare?
Innanzitutto è possibile effettuare delle contrazioni isometriche, magari da disteso, in modo che si sollecita il muscolo a lavorare senza per questo influire sulla salute dell’articolazione.
Una volta passata l’infiammazione al ginocchio, ciò che consiglio per riprendere in maniera adeguata l’attività sportiva, è quella di farsi seguire da uno specialista che si occupi proprio della riatletizzazione, in modo tale da far eseguire una nuova preparazione e nuovi stimoli ai muscoli e alle strutture che, in questo modo, hanno la capacità di sopportare meglio le sollecitazioni e adattarsi quindi, senza andare in sofferenza.
Un interessante aiuto può avvenire durante il recupero, per evitare di sovraccaricare l’articolazione, tramite l’utilizzo di una ginocchiera.