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Cosa è il pompage
Il Pompage è una tecnica che fa parte della terapia Manuale a livello fisioterapico e nasce dalle tecniche osteopatiche francesi.
Questo tipo di approccio terapeutico è un tipo di tecnica “soft” cioè spesso ben tollerabile da parte del paziente e consiste in una messa in tensione attraverso una trazione mantenuta per alcuni secondi del distretto corporeo da trattare.
Esistono infatti due tipi di pompage che possono esser eseguiti:
- Pompage articolare: in questo tipo di tecnica si vuole eseguire una messa in tensione che coinvolge l’articolazione per cercare di dare in primis un allentamento della pressione all’interno della giuntura, e per eseguire una sorta di parziale riposizionamento delle componenti ossee. Ovviamente questo tipo di manovra ha anche una grande azione nel permettere un nuovo apporto sanguigno alle cartilagini e a ridurre le componenti infiammatorie presenti in qualche articolazione che si trova in uno stato di sofferenza.
- Pompage Muscolare: generalmente il pompage muscolare viene usato nei distretti in cui i muscoli risultano essere contratti e il tessuto connettivo che avvolge il muscolo è in una condizione di restrizione. Il paziente percepisce, a differenza di quello articolare, una graduale e non sempre ben tollerata tensione (ovviamente dipende dal tipo di manovra e dal tipo di sopportazione del paziente). Questa manovra muscolare ha l’azione quindi di allungare la muscolatura, renderla più sciolta e favorire un afflusso sanguigno ai tessuti che sono in sofferenza.
Come si fa il pompage cervicale
Ovviamente una prima cosa che deve esser ben spiegata è che il pompage è un tipo di manovra che di per sè deve esser fatta con dolcezza e solamente da personale fisioterapico adeguato, ma soprattutto quando coinvolge un collo rigido con un pompage cervicale le accortezze e le manovre devono esser fatte in maniera molto mirata e con mano esperta.
Questa messa in tensione del rachide cervicale viene eseguita in alcune fasi che possono esser descritte in tre differenti stadi:
- Trazione
- Mantenimento della tensione
- Ritorno alla posizione originaria
Ma veniamo a spiegare quindi come queste manovre vengono eseguite nello specifico.
Durante il momento della trazione la mano del terapista è localizzata a livello del distretto a cui vuole applicare la tensione; specifichiamo quindi che sarà a cura del professionista scegliere non solo quale sarà la zona adeguata e quale livello, ma se è il caso di eseguire una manovra articolare oppure muscolare.
Ipotizzando che si sta eseguendo una tecnica sulla componente articolare, il terapista sceglierà la zona sui cui lavorare e applicherà le mani ad abbracciare con stabilità ma nello stesso tempo con dolcezza il rachide cervicale. La direzione che verrà impressa sarà quella per un movimento di distrazione delle vertebre, come se si volesse “tirare il collo”. Questa messa in tensione avrà come coadiuvante la parte attiva del paziente che dovrà abbinare a questo pompage cervicale anche una respirazione profonda eseguita prendendo l’aria con il naso ed espirando lentamente con la bocca; personalmente amo inoltre richiedere al paziente di deprimere lo sterno verso il lettino per aumentare la tensione che viene ad essere aggiunta a livello dorsale (se il paziente non capisce quale movimento deve compiere, come nella foto applico una mano sullo sterno e richiedo l’accompagnamento del movimento che imprimo).
La mano esperta del terapista quindi permette di imprimere una trazione graduale e in base ai limiti del paziente: nel caso in cui questa tensione fosse eccessiva, il corpo reagirebbe con uno spasmo muscolare che aumenterebbe lo stress sul distretto e aumenterebbe il dolore del paziente.
A questo punto si giunge ad un mantenimento della tensione che consiste nel mantenere questa tensione per almeno 30 secondi: durante questo periodo il terapista sentirà proprio come la muscolatura e i tessuti sotto le sue mani, durante l’atto respiratorio, provino a tornare alla posizione originaria cercando quindi di salvaguardare quell’accorciamento che comunque dà problemi al paziente. É proprio in questa fase che si ha la possibilità di determinare un impulso in allungamento e in decoattazione dell’articolazione che quindi riceverà una diminuzione di tensione nella fase successiva, in quanto ha ricevuto con i vari recettori di posizione (golgi, ruffini ecc.) uno stimolo importante di allungamento.
Nella terza ed ultima fase del ritorno si applica un delicato e progressivo riposizionamento del rachide cervicale nella sua posizione originaria; questa fase è importante perchè permette attraverso una diminuzione lenta della forza del terapista sul collo del paziente di eseguire un grande incremento della circolazione a livello dei distretti in esame e di dare nutrimento alle cartilagini che fino a quel momento stavano soffrendo.
La fascia, cioè il tessuto connettivo che avvolge il muscolo e che mette in collegamento ogni parte del corpo in maniera simultanea attraverso un sistema tensionabile, con questo tipo di manovra riceve un grande impulso all’allungamento con improvviso benessere da parte del paziente che sentirà già nella prima seduta un grande miglioramento della propria sintomatologia.
Vi mostro quindi un video di come viene condotta la tecnica su di un paziente.
Quando si applica il pompage cervicale?
Il pompage cervicale è una manovra manuale che può essere condotta nella stragrande maggioranza delle situazioni che coinvolgono il rachide cervicale, ma andiamo ad elencare quali sono le condizioni dove trova un grande indirizzo:
- Ernia cervicale
- Protrusione Cervicale
- Scricchiolio al collo
- Osteofiti
- Vertigini da Cervicale
- Verticalizzazione (o rettilineizzazione) della cervicale
- Disturbi alla mandibola
- Artrosi Cervicale
- Spasmi o dolori ai muscoli del collo (sternocleidomastoideo, trapezio)
- Cervicobrachialgia
- Strappo al collo
- Dorsalgia
- Dolore nella zona tra le scapole
- Rigidità muscolare
- Mal di testa da cervicale
- Problemi che coinvolgono il rachide (nervo sciatico, osteoporosi ecc.)
- Lesioni della spalla, dove si è vista una grande correlazione tra spalla e rachide cervicale in disturbi come impingement, lesioni del sovraspinato, cercine glenoideo ecc.
Quando NON farlo
Esistono quindi delle situazioni in cui il pompage cervicale non è indicato? Certo che sì!
Infatti nel mio studio, quando giunge un nuovo paziente, la prima seduta è sempre di valutazione clinica e si vanno ad esaminare tutte le condizioni e le patologie che il paziente ha, in quanto esistono delle condizioni in cui è bene accertarsi in quanto il pompage potrebbe essere controindicato.
Seppur raramente esistono situazioni in cui questa manovra è sconsigliata, come nei casi di pazienti che sono in cura con farmaci antitumorali e che hanno quindi una neoplasia in atto: in queste condizioni infatti l’osso e le strutture molli potrebbero essere più deboli come struttura (sia a casa del tumore sia a causa dei farmaci antiblastici) e quindi applicare una tensione su dei tessuti che non hanno più una determinata consistenza rischia di essere pericoloso per i pazienti.
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Un altro fattore che assolutamente sconsiglia il pompage cervicale è quando si hanno delle fratture vertebrali in quanto se non sono consolidate, si rischia di peggiorare la situazione applicando una tensione su delle strutture lesionate.
Particolare attenzione va posta invece per le donne in stato di gravidanza in quanto hanno un’aumento della relaxina (ormone che rende le articolazioni e i tessuti più elastici) e quindi bisogna regolarsi con questa condizione nell’applicazione di tensione sulle vertebre cervicali.