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Cos’è l’artrosi al ginocchio
Quando si parla di eventuali cure per correggere e alleviare i dolori da artrosi al ginocchio, è fondamentale innanzitutto andare a capire effettivamente cos’è questa condizione.
Infatti questo genere di condizione è determinato da una degenerazione della cartilagine che colpisce il comparto dell’articolazione del ginocchio, sia nella sua componente femoro-tibiale sia nella sua parte compresa tra femore e rotula.
Innanzitutto eseguiamo una determinata distinzione a livello anatomico dell’artrosi in quanto ognuna di queste determina una propria condizione ed evoluzione sintomatologica e clinica.
Questo depauperamento della componente compresa all’interno della cartilagine è qualcosa che avviene in maniera molto lenta e prolungata negli anni.
La cartilagine è un tessuto che non ha capacità di autorigenerarsi (come invece fa il fegato per esempio) e quindi tende, dopo alcuni anni, ad andare incontro ad una sofferenza che poi può portare ad una vera e propria artrosi.
Nel ginocchio troviamo spesso la condizione di “artrosi al ginocchio” in quanto, insieme all’anca, rappresentano le articolazioni più colpite e più soggette a protesizzazione a livello internazionale.
Come avviene l’artrosi al ginocchio
La degenerazione cartilaginea nelle varie articolazioni del corpo (soprattutto quelle dell’arto inferiore) è assolutamente fisiologica in un corpo che si muove e che ha svariati anni di età. Infatti nel mio studio molto spesso giungono pazienti che mi chiedono: “dottore ho un artrosi al ginocchio, ma come mai? Mi devo preoccupare?”.
La mia risposta è sempre quella di evitare di angosciarsi perchè la degenerazione cartilaginea è un qualcosa di assolutamente normale nel corpo umano, in quanto non avendo possibilità di rigenerarsi in maniera autologa, fisiologicamente questa va incontro a una degradazione.
L’invecchiamento naturale dell’articolazione
Il processo è qualcosa che si sviluppa nel corso del tempo della persona e non è percepibile dall’individuo fino a che non compare la sintomatologia dolorosa che accompagna l’evoluzione di questa malattia.
Durante questo lungo tempo il corpo umano sviluppa un assetto di tutte le articolazioni per muoversi e per interfacciarsi in maniera completamente personale allo spazio circostante.
Altro fattore molto importante che genera un adattamento posturale è quello della gravità, una forza che agisce sul nostro corpo 24 ore su 24 e che ci incatena verso il basso.
Questi fattori sono molto importanti da valutare in quanto il corpo, in base a determinati stimoli, tende a formare dei compensi fisici che sopperiscono a queste tensioni generate dal sistema nervoso per accomodare i movimenti necessari da fare.
Si generano quindi dei cambiamenti che si strutturano in primis su alcune catene muscolari con accorciamenti e muscoli tesi.
Le tensioni generano in seguito alcuni cambiamenti strutturali alle articolazioni che tenderanno a cambiare il loro asse fisiologico.
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Se a tutto questo che avviene sul corpo sommiamo le sollecitazioni della gravità e dei vari movimenti sportivi, la combinazione sulle cartilagini diventano veramente pericolose con il rischio, nel corso del tempo, di sviluppare un’artrosi.
Quali ossa sono coinvolte
Come abbiamo detto, l’assetto che il corpo tende a sviluppare è qualcosa che si crea nel corso del tempo ed è un percorso lungo, caratterizzato da cambiamenti strutturali e tissutali importanti.
Ciò che è importante sviluppare è però i compartimenti all’interno del quale si forma l’artrosi del ginocchio.
Sull’arto inferiore il carico è gestito da più articolazioni e il ginocchio è quello che più di tutti tende a soffrire nei momenti di carico, soprattutto se questo viene ripartito sulle articolazioni in maniera errata.
Femore e tibia
Cominciamo col dire che ovviamente la componente che più viene a soffrire durante questo processo è sicuramente quello che avviene tra femore e tibia.
Nella sua parte terminale il femore ha una componente fatta a doppia sfera (viene chiamato ginglimo angolare) che si articola con la tibia, la quale è dotata di una sorta di piatto su cui ruotano durante la flesso-estensione queste superfici del femore.
Degradazione delle cartilagini
Questa parte dell’articolazione sono quelle che, nei casi di artrosi al ginocchio, vengono maggiormente usurate in quanto, se è presente una deviazione dell’asse del ginocchio (valgo o varo) viene ad esser danneggiata più dell’altra.
Radiograficamente infatti molto spesso ciò che si nota nelle condizioni di degenerazione cartilaginea è una diminuzione dello spazio compreso tra femore e tibia.
Si tratta di un segnale inequivocabile che sta subentrando un attrito durante il movimento causato dalla degradazione delle cartilagini.
Oltre alla cartilagine, ciò che sicuramente va a soffrire in una situazione del genere è il menisco. Non è raro infatti riscontrare delle degenerazioni meniscali che aggravano ancora di più il quadro sintomatologico del paziente.
Attrito della rotula
Oltre alla componente compresa tra femore e tibia, ciò che spesso va incontro ad un’artrosi è sicuramente anche la parte compresa tra la Rotula ed il femore.
La patella (altro nome della rotula) è localizzata anteriormente al ginocchio e ha la funzione di aumentare la forza del muscolo quadricipite durante il movimento di estensione del ginocchio, svolgendo la funzione come di una carrucola.
Quest’osso è alloggiato anteriormente ai condili femorali e quando il ginocchio si piega, questa slitta superiormente in una sorta di fossa del femore che la alloggia.
Lo scivolamento è garantito dalla cartilagine che si localizza inferiormente alla rotula e superiormente al femore, garantendo un movimento fluido e armonico.
Come però abbiamo accennato, la rotula subisce moltissimo l’azione del muscolo quadricipite, soprattutto nelle sue porzioni interne (vasto mediale) ed esterne (vasto laterale), le quali possono determinare una tendenza alla lateralità non fisiologica e quindi predisponente ad un’artrosi femoro-rotulea.
Quando questo avviene, la rotula non riesce a slittare in maniera adeguata, andando a creare progressivamente una sorta di attrito che danneggia la cartilagine e che crea comunque non pochi problemi all’assetto del ginocchio e sulla sintomatologia del paziente.
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“Come diagnosticare l’artrosi del ginocchio?”.
Ribadendo ancora una volta come non sia detto che la gonartrosi (termine scientifico per l’artrosi al ginocchio) sia sempre l’origine del problema, è importante innanzitutto eseguire alcune indagini radiologiche e cliniche per poter scoprire e analizzare meglio la situazione.
Infatti come prima indagine per analizzare il compartimento osseo dell’articolazione, l’esame migliore per andare a vedere com’è la situazione in linea generale della cartilagine è la classica Radiografia.
La radiografia
L’esame radiografico analizza molto bene la condizione del compartimento osseo del ginocchio, dove è possibile analizzare oltre alla posizione delle ossa anche lo spazio che c’è tra femore e tibia.
Questa informazione è basilare perchè permette di capire quanto le superfici articolari sfregano tra loro durante il movimento e come durante il carico il ginocchio sopporta il peso del corpo.
Risonanza Magnetica
Nel caso in cui invece si voglia andare ad osservare meglio anche la parte molla dell’articolazione (stato di salute dei legamenti, cartilagine e menischi) può essere utile eseguire una risonanza magnetica.
Questo esame infatti, senza utilizzare alcun tipo di radiazioni dannose per l’individuo, permette di indagare attraverso una serie di sezioni lo stato di salute del ginocchio, analizzando come i tessuti si trovano e se è presente uno stato infiammatorio in atto.
Sintomi Artrosi al Ginocchio
Analizziamo insieme quali sono i sintomi del paziente e come vanno interpretati in maniera corretta.
Partiamo col presupposto che di per sè un artrosi del ginocchio non è sintomatica A MENO CHE non sia presente all’interno dell’articolazione un infiammazione.
Questo aspetto è molto importante in quanto come abbiamo detto, l’artrosi al ginocchio di per sè non dà dolore in quanto è un fenomeno assolutamente fisiologico.
Sfregamento delle superfici
Ovviamente però la condizione di riduzione della cartilagine nell’articolazione determina un maggior incremento nello sfregamento delle superfici articolari tra loro, generando non solo un fastidio ma anche un infiammazione, che quindi renderà il ginocchio molto doloroso ai movimenti.
Ma vediamo nel dettaglio quali sono i sintomi associati nell’artrosi al ginocchio:
Crepitio al movimento
Questo senso di leggero scricchiolio al ginocchio è probabilmente il primo avviso che il ginocchio presenta una qualche alterazione funzionale.
Infatti spesso questo nasce dal movimento richiesto dall’articolazione in un modo che presenta delle lacune cartilaginee, generando quindi una sensazione di crepitio al ginocchio che di per sè però non è particolarmente doloroso.
Rigidità
Ovviamente il paziente tende a sentire l’articolazione un po’ rigida, a causa dell’infiammazione che si è generata all’interno del ginocchio ma anche dalla reazione neurologica di inibizione di alcuni muscoli che tendono a ridurre al propria attività proprio a causa della problematica all’interno della struttura.
Dolore al movimento
Una caratteristica peculiare di chi soffre di un dolore al ginocchio di questo tipo è sicuramente il dolore che si presenta nella maggior parte dei casi con il movimento dell’articolazione interessata.
Questo avviene in quanto durante la fase dinamica, sia durante il carico deambulatorio sia durante il movimento (per esempio nel letto) le superfici articolari si muovono l’una sull’altra.
Venendo a mancare la cartilagine lo sfregamento genera una situazione di dolore molto fastidioso per il paziente.
Ho specificato apposta come il dolore compaia principalmente al movimento in quanto durante la fase statica (magari quando si dorme) generalmente non evoca molto dolore proprio per la questione dello sfregamento delle ossa tra loro.
Gonfiore al ginocchio
Questa condizione è generalmente secondaria al grado di entità dell’artrosi delle ginocchia.
Spesso si avrà un gonfiore diffuso su tutto l’articolazione, con una sensazione di calore diffuso e di ulteriore impedimento nella flesso estensione.
Questo è segno proprio della presenza all’interno di una infiammazione del ginocchio che evoca i classici segni di tumefazione (edema), calore, rossore.
Area di dolenzia diffusa
Molto importante da valutare è anche l’area in cui il paziente avverte dolore, in quanto in base alla localizzazione si avranno segni e sintomi particolari.
Infatti le aree generalmente comprese all’interno del quale il paziente avverte dolore potranno essere anteriormente, nella parte posteriore del ginocchio oppure di lateralmente.
Versamento al ginocchio
In alcuni casi, soprattutto i più gravi, non è raro riscontrare un gonfiore importante che rende il ginocchio caldo e molto dolente.
Trattamento e cura dell’artrosi del ginocchio
Per parlare della cura e del trattamento necessario per contrastare l’artrosi del ginocchio, è bene eseguire una duplice distinzione.
01) Il paziente può essere preso in carico sia dal fisioterapista con un approccio conservativo per ridare mobilità, sconfiggere il dolore con tecniche efficaci.
02) Oppure può rivolgersi ad un medico ortopedico che tenderà in queste situazioni a proporre una protesi del ginocchio.
Ricordiamo però che la protesi ha una sua vita biologica e comunque mette il paziente in condizione di essere operato.
Andiamo quindi a vedere quali sono gli aspetti specifici per questa patologia e come orientarsi sulla scelta da eseguire.
Terapia Conservativa fisioterapica
É sicuramente la via che viene preferita dalla maggior parte delle persone, in quanto si tende ad evitare il più possibile l’intervento chirurgico.
Nei pazienti affetti da artrosi alle ginocchia ciò che sicuramente spesso viene manifestato è un assetto corporeo errato che tende a sovraccaricare di più alcune zone rispetto ad altre.
Questa situazione genera infiammazioni e dolori ben specifici.
Innanzitutto è bene ricordare come i disallineamenti vanno valutati in maniera globale attraverso una visita posturale globale, in cui si evidenziano come e perchè si è venuta a creare questa situazione e come poter intervenire efficacemente.
Disallineamento articolare
Una cosa che ho notato nella stragrande maggioranza dei miei pazienti che giungono da me con forti dolori alle ginocchia è un certo grado di disallineamento articolare della tibia rispetto al femore.
Se si osserva dalla posizione seduta il ginocchio dolente, spesso accade che il centro della rotula non sia assolutamente in asse con l’apofisi tibiale (il punto in cui si inserisce il quadricipite).
Questo comporta che se è presente una rotazione tibiale, il carico è distribuito male e si va ad informare il cervello di un assetto errato e quindi vengono sviluppati una serie di compensi posturali che non fanno altro che esacerbare ancora di più questo problema.
In un ottica di correzione articolare trova una grande utilità l’utilizzo della tecnica Mulligan di cui sono terapista certificato.
Per la correzione del carico in questo tipo di distretti, eseguo con fenomenale successo anche la rieducazione posturale Mezieres.
La rieducazione Mezieres è capace di modificare in maniera permanente l’assetto articolare e muscolare del paziente.
Si riesce a ridurre in maniera veramente stupefacente il dolore percepito sin dalle prime sedute.
Disfunzioni muscolari
Inoltre la via fisioterapica è sicuramente la strada migliore da scegliere. Molti dolori che nascono a livello del ginocchio, nonostante questo si presenti artrosico, nascono invece da disfunzioni muscolari che irradiano proprio nella zona del ginocchio e possono confondere anche gli addetti ai lavori.
Non è raro infatti trovare tante persone che decidono di eseguire finalmente una protesi totale del ginocchio e percepire lo stesso dolore che avevano prima senza alcun tipo di cambiamento.
Questo avviene in quanto alcuni trigger point presenti nell’arto inferiore emanano un dolore specifico proprio nel ginocchio.
Recupero della forza muscolare
Altro fattore molto importante che serve assolutamente nella gestione del paziente con artrosi di ginocchio è il recupero della forza muscolare.
Nella maggior parte i pazienti che hanno dolore e che si rivolgono presso la mia struttura, presentano una grave mancanza di forza muscolare.
La forza muscolare serve solo per muoverci durante l’arco della giornata, ma ha anche un’azione stabilizzatrice sull’articolazione che altrimenti soffre ancora di più una carenza di controllo e di stabilità durante l’esecuzione dei gesti quotidiani.
Tecniche fisoterapiche
Molte sono le tecniche che vengono eseguite nei pazienti che presentano questo genere di disturbo, in quanto l’approccio deve essere mirato in molteplici direzioni per cercare di risolvere alla base le problematiche.
Un esempio è il trattamento nei casi di lesioni degenerative del ginocchio dove si può anche andare a trattare il piede.
Agendo sul piede si possono liberare le articolazioni che stanno al di sotto e donare al ginocchio la corretta fase di movimento. Il risultato è di ridurre la sofferenza causata da restringimenti articolari negli altri distretti.
Utile in queste fasi anche approcciarsi con tecniche come la Fibrolisi meccanica, l’utilizzo di tecniche secondo concetto Mulligan® e delle manipolazioni ad alta velocità e bassa ampiezza nei vari distretti dell’arto inferiore.
Inoltre l’approccio fisioterapico può essere coadiuvato da alcuni macchinari importanti come la tecar, laser e magnetoterapia.
Queste tecnologie possono aiutare nella gestione dell’infiammazione, migliorano l’apporto sanguigno nella zona, riducendo il dolore in maniera importante.
Percorsi riabilitativi
Oltre alle tecniche di correzione articolare per la tibia, esistono molti percorsi riabilitativi specifici per il ginocchio che mirano proprio a recuperare una corretta stabilità dell’arto inferiore ed evitare l’intervento chirurgico pericoloso e a volte inutile.
Ovviamente mi preme specificare come questo tipo di terapia vada bene in uno stato iniziale e intermedio nell’artrosi.
Invece nei casi molto gravi il trattamento chirurgico è sicuramente quello da preferire per migliorare la qualità della vita del paziente che altrimenti rischia di vivere i suoi giorni con immenso dolore.
La gestione di questo tipo di patologia ovviamente va aiutata anche attraverso la scelta e l’acquisto di specifici tutori per il ginocchio.
A questo proposito ho scritto una guida specifica proprio per chi presenta una dolenzia al ginocchio e vuole acquistare un tutore ad hoc per le sue condizioni. Trovi la guida quì.
Terapia Chirurgica
Nel caso in cui ci si rivolga ad un medico ortopedico, spesso la risposta che si riceve è quella dell’indicazione all’intervento chirurgico oppure dell’utilizzo di infiltrazioni.
Intervento Infiltrativo
Nel caso in cui il medico trovi l’indicazione di eseguire una infiltrazione di acido ialuronico (una componente connettivale che fornisce nutrimento alla cartilagine rimanente) oppure (raramente) di cortisone, questa risulta essere alcune volte molto utile ma in altre pressochè un palliativo di pochi giorni.
Ovviamente l’intervento infiltrativo può essere utile nel caso in cui si voglia donare solo una parte di beneficio.
L’infiltrazione non è però in grado di correggere e modificare il PERCHÉ si è venuta a creare quel consumo esagerato di cartilagine.
Quindi è un approccio diciamo più sintomatologico che veramente modificativo della causa del problema.
Intervento Chirurgico
Altro discorso invece è l’intervento chirurgico che consiste nell’asportazione completa dell’articolazione e la sostituzione di essa con una sintetica.
Questo tipo di situazione a volte è risolutivo in quanto tutte le terminazioni nervose presenti all’interno del ginocchio e che andavano incontro a usura vengono sostituite.
Nel caso in cui si scelga l’intervento chirurgico come percorso di trattamento, è importante successivamente sottoporsi ad un ciclo intenso di rieducazione fisioterapica.
Sarà fondamentale non solo nel recupero della motilità della protesi, ma anche nella gestione del paziente per riadattarsi a muovere con un ginocchio “nuovo”.
L’intervento inoltre determinerà la formazione di una cicatrice che, nei casi in cui non verrà trattata in maniera adeguata, potrà determinare la formazione di un cheloide.
Quando l’intervento non è possibile
Ciò che invece risulta essere fondamentale capire è che spesso alcuni pazienti presentano delle ulteriori controindicazioni sanitarie che non permettono l’intervento chirurgico (diabete, ipertensione, patologie croniche ecc.) e che quindi questo tipo di strada non sempre è percorribile.
Fai Questi Esercizi
Nell’attesa di affidarvi ad un fisioterapista esperto in terapia manuale, ciò che vi consiglio è sicuramente quello di cercare di recuperare il più possibile il tono muscolare associato anche ad una flessibilità dei muscoli.
Vi posto quà sotto alcuni video molto utili nei casi in cui sia presente un’artrosi del ginocchio che tutti possono fare in maniera semplice ed immediata.
La scelta di questi esercizi invece nascono dalle intuizioni biomeccaniche di Pete Egoscue, il quale ha elaborato una serie di esercizi mirati per risolvere le problematiche muscolari in maniera duratura ed efficaci.
Fai il test e scopri subito come stare bene!
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