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Intervista al dott. Maurizio Tommasini

Intervista Maurizio Tommasini
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Torniamo alla splendida abitudine di intervistare gli esperti che possono dire la loro nella gestione delle problematiche muscolo-scheletriche e che vengono coinvolti nella gestione del team per il trattamento delle vertigini.

Oggi con noi noi c’è il dott. Maurizio Tommasini, importante biologo e nutrizionista che ci parlerà della relazione tra cibo, infiammazione, dolori e vertigini.

Di cosa si occupa e dove svolge la sua attività professionale

Sono un Biologo Nutrizionista, lavoro in questo ambito da oltre dieci anni e mi occupo di alimentazione per la salute e il benessere, con particolare attenzione legata ai temi dell’attività fisica e dello sport. Un’altra area in cui ho accumulato una buona esperienza è quello della dieta FODMAP, un protocollo utilizzato per il trattamento dei sintomi della Sindrome del Colon irritabile. Sono particolarmente interessato ai temi legati al rapporto tra microbiota intestinale e salute, alla nutrigenomica e al rapporto tra alimentazione e invecchiamento. Inoltre mi piace indagare a fondo tutte quelle situazioni in cui gli alimenti vengono visti come terribili pericoli o come strade per la salvezza da ogni male, per poter contribuire a ricreare un rapporto equilibrato e sano con i temi della nutrizione, lontano dagli allarmismi e dai toni esagerati che vanno per la maggiore sui media.

Quali sono le principali difficoltà al momento per avere un regime alimentare buono e soddisfacente?

Quello che mangiamo è sicuramente importante, ma è soltanto un pezzo del puzzle. L’ambiente in cui viviamo, se e come ci muoviamo, l’aria che respiriamo, il nostro atteggiamento nei confronti del mondo sempre più complesso che ci circonda, sono altrettanto rilevanti. Destreggiarsi tra le tante informazioni disponibili, spesso contrastanti, può essere un’esperienza frustrante. Magari si fanno scelte estreme, si eliminano intere categorie di cibi – viviamo nell’era degli alimenti “senza”- in assenza di una reale necessità, convinti che questo o quel nutriente possano essere causa di ogni male. E, all’estremo opposto, ricerchiamo alimenti esotici, spacciati come supercibi, nell’illusione che il loro consumo possa metterci al sicuro da ogni rischio: cosa ovviamente impossibile. Un’alimentazione equilibrata e soddisfacente è in primo luogo quella che ci permette di mantenere un buon peso corporeo, con abbondanza di alimenti freschi e poco lavorati e grande varietà di colori e gusti. Ruotando quanto consumiamo prenderemo il buono che c’è in ogni alimento, riducendo al minimo l’assunzione di quelle componenti problematiche da cui tanti si fanno ossessionare. Probabilmente un suggerimento di questo tipo è poco glamour, mangiare un poco meno è di sicuro meno suggestivo che non rimpinzarsi di esotiche bacche delle foreste tropicali, ma in fondo è semplice da applicare e funziona.

Qual è la correlazione anche con lo stile alimentare? Cosa va monitorato nella dieta in queste situazioni?

Per quello che riguarda patologie di questo tipo il mio consiglio, ancora una volta banale, è quello di ridurre il proprio peso corporeo se si è, come spesso accade, in sovrappeso, e non solo per ragioni puramente meccaniche o estetiche: il tessuto adiposo, specie quello viscerale, è un vero e proprio un organo, in grado di produrre un gran numero di sostanze, molte delle quali presentano una forte azione pro-infiammatoria. Parlando di dieta, sono accorgimenti di sicuro importanti mantenere un buon consumo di verdura e frutta; un aumento del consumo di pesce, particolarmente quello ricco di omega 3; prestare grande attenzione al consumo di alimenti a più elevata densità calorica, dai cereali raffinati ingurgitati da molti in quantità industriali, all’eccesso di grassi presente in molti alimenti preconfezionati.

Nelle sindromi vertiginose, che ruolo svolge l’alimentazione? Esistono cibi consigliati e alcuni vietati?

frutta
Sul tema ci sono pochissimi lavori, ma il materiale disponibile pare indicare dislipidemie, colesterolo e trigliceridi molto elevati, assieme ad un ridotto consumo di verdure, come fattori di rischio per questo tipo di patologie. Un’alimentazione che mantenga  valori nella norma per colesterolo e trigliceridi, con un buon consumo di fibre, sembra essere quella più indicata: non parlerei quindi di alimenti consigliati o vietati, quanto di alimentazione nel suo complesso.

Quali sono gli obiettivi nel breve e lungo periodo la medicina della nutrizione?

Uno dei settori di indagine più promettenti nell’ambito della nutrizione è lo studio del microbiota, la vasta popolazione batterica che vive in stretta simbiosi con gli esseri umani e che si trova concentrata particolarmente a livello intestinale. La rete di interazioni che si stabilisce tra questi batteri e il nostro organismo ha un’importanza enorme per la nostra salute. Tra i tanti ruoli che il microbiotas intestinale pare avere troviamo protezione dalle infezioni, maturazione e competenza del sistema immunitario, digestione di componenti del cibo che per noi non sono utilizzabili e produzione di sostanze necessarie per il nostro benessere, addirittura – secondo alcuni studi recenti – un significativo impatto sul nostro umore e sul sistema nervoso in generale. Conoscere meglio i rapporti che ci legano a questa comunità batterica ci permetterà probabilmente di modulare meglio la nostra alimentazione per migliorare il benessere del nostro organismo e delle migliaia di miliardi di batteri che ci vivono, quello che alcuni studiosi ormai definiscono un “superorganismo”. Sarebbe un passo avanti, rispetto all’ossessione verso i singoli nutrienti – considerati troppo spesso al di fuori del complesso contesto dell’organismo – che ha dominato troppo a lungo la ricerca in questo settore, generando un atteggiamento paranoide nei confronti del cibo.

Grazie mille per la sua disponibilità!

Se volete contattare il dott. Maurizio Tommasini, potete contattarlo attraverso il suo sito internet.

Riguardo Daniel Di Segni
Daniel Di Segni
Nel mio Studio “Cervicale e Vertigini” di Roma, investo moltissime risorse economiche e professionali per permettere al paziente di avere una fisioterapia di qualità ed individuare il miglior percorso riabilitativo per la singola esigenza e situazione del paziente riducendo quindi il numero delle sedute fisioterapiche.

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